Le Saline di Trapani e Paceco

La Riserva Regionale Saline di Trapani e Paceco si estende a sud di Trapani, dalla periferia del capoluogo fino alla frazione di Salina Grande, a cavallo dei territori comunali di Trapani e Paceco.

Istituita con decreto dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente n.257 dell’11 maggio 1995, è stata affidata in gestione al WWF. La Riserva si estende su un area di quasi mille ettari includendo nella maggior parte del suo territorio proprietà private, nelle quali piccole e grandi imprese esercitano la millenaria attività della ‘coltivazione’ del sale.

Le saline sono luoghi di grande fascino, creati dall’uomo a scopo industriale e commerciale ma diventati paradossalmente habitat ideale per diverse specie di animali e vegetali.

Il paesaggio è affascinante e anche gli antichi edifici costruiti dall’uomo per l’industria del sale sono parti fondamentali della riserva.

La visita è un viaggio tra vasche, canali, mulini, bagli e camminando lungo gli argini, gli unici suoni percepiti appartengono alle onde del mare, al vento e ai richiami dei tanti uccelli che vivono l’ambiente.

Molti visitatori sostengono che in questi luoghi si possa assistere ai tramonti più belli del mondo.

Quando la luce colpisce le vasche difatti, il bianco del sale e il celeste del mare si tingono di rosso, arancione e giallo creando un’appassionante tavolozza di colori. Inoltre nella zona una serie di microrganismi primitivi, gli stessi che erano presenti sulla terra miliardi di anni fa quando ebbe origine la vita, danno luogo agli spettacolari cambiamenti di colore che è possibile ammirare durante le varie stagioni.

La salina è un mondo a sé, circondato da strade, strutture industriali, stretta dal porto di Trapani e dalle villette delle frazioni vicine, ma comunque particolare e bella. E’ composta da un insieme di vasche artificiali poste vicino al mare per favorire lo scolo dell’acqua, attraverso canali e livelli.

LA FLORA – L’ambiente, ovviamente salato, ospita associazioni vegetali che si sono adattate a queste condizioni di vita estreme come le salicornie e il limonio.

Le saline sono il regno delle chenopodiacee, specie erbacee o piccoli arbusti, che nella loro varietà (salicornia, arthrocnemum, halopeplis, halocnemum, suaeda, salsola, atriplex, halimione, beta) hanno colonizzato soprattutto gli argini delle vasche e i pantani salmastri. Molte di queste piante hanno foglie grasse, dove viene accumulata l’acqua e da cui vengono espulsi i sali in eccesso. Nella Riserva sono presenti numerosi ambienti e a ciascuno dei quali corrispondono differenti specie vegetali: dai corsi d’acqua dolce ai pantani, dalle zone umide di acqua dolce alle spiagge, ai praticelli fino alle praterie salmastre.

Nei canali sono presenti interessanti comunità vegetali come le fanerogame marine (ad esempio la ruppia drepanensis e la posidonia oceanica). Notevole la presenza di diverse specie vegetali rare, incluse tra quelle più vulnerabili al rischio di estinzione nel ‘Libro Rosso delle Piante d’Italia’.

Tra le specie caratteristiche si incontra l’endemica calendula maritima che cresce solo nella zona costiera compresa tra lo Stagnone di Marsala e la zona di Pizzolungo, appena a Nord di Trapani.

Una vera attrazione della Riserva è il cosiddetto ‘fungo di Malta’, che in realtà non è altro che una rara pianta parassita (cynomorium coccineum L.).

In Italia, oltre alla zona fra Trapani e Marsala, è possibile osservarla solo in poche aree costiere della Sardegna e della Basilicata.


LA FAUNA – I bacini utilizzati per l’estrazione del sale ospitano una grande diversità biologica, dai microscopici batteri a una grande varietà di uccelli che trovano in questo ambiente sosta e cibo durante le migrazioni autunnali e primaverili.

La zona risulta essere di particolare interesse ornitologico.

Le specie censite sono circa 196 e tra queste ricordiamo i limicoli, gli aironi, i gabbiani, i fenicotteri, le spatole, i falchi di palude e più di 5.000 anatre che trovavano rifugio nelle vasche.

Di grande valore la presenza e la nidificazione del fraticello, dell’avocetta, della cutrettola, del cavaliere d’Italia e del fratino.

Numerosi anche gli insetti come la piccola farfalla orgya dubia, che in Italia è presente soltanto qui.

Tra i rettili si possono osservare ramarri cervoni, i biacchi e le lucertole siciliane, mentre tra gli anfibi, il discoglosso dipinto che si osserva nelle notti di pioggia e le rane verdi.

Tra i pesci è presente l’aphanius fasciatus e il piccolo crostaceo, oggetto di grande interesse scientifico, l’artemia salina, noto anche come “scimmia d’acqua”.

IL MUSEO DEL SALE – La Riserva ospita inoltre, un centro visite e il Museo del Sale che espone attrezzature tipiche dell’attività tradizionale di silicoltura e pannelli che illustrano il funzionamento delle saline e alcuni aspetti naturalistici.

Il Museo del Sale ha origini recenti e infatti fu inaugurato nel 1986 grazie all’iniziativa della prof. Francesca Pellegrino, che in visita d’istruzione con le sue classi nella riserva, restò incantata da una vecchia casa del sale vicino alla salina di Chiusicella di proprietà della famiglia Culcasi.

La professoressa propose al proprietario la creazione di un museo che riproponesse le tradizioni salinare.

La vecchia casa fu ristrutturata e arredata con gli strumenti tipici del mestiere del salinaro: pale, mazze, ceste, corde, carrile. Il Museo si può visitare tutto l’anno, occorre ricordare però che il ciclo del sale inizia a marzo e si conclude a settembre. Le raccolte avvengono a giugno, agosto e settembre.